2 luglio 2016 ore 17,00
Pergine Spettacolo Aperto
Sala Maier
tavolo di lavoro aperto al pubblico
da un'idea di Francesco Scasciamacchia
con
Ilaria
Bussoni/ Mad
Pride/
Mattia
Pellegrini/
Nicholas
Ridout/
Rimaflow
modera Simona Bordone
In un
momento in cui le teorizzazioni su spazi autonomi di pensiero e azione stanno
ancora suscitando molto interesse da parte di teorici e attivisti come unica
alternativa ‘radicale’ ai modelli di stato sociale e capitalismo, il tavolo
invece si interroga se davvero tale aspirazione può ancora essere praticabile.
Attraverso
la lente privilegiata che le recenti teorie e pratiche intorno ai ‘common/s’ ci
offre si intende ripensare al desiderio autonomo di esistere e lavorare
liberati dallo stato e dalla mano privata. Il tavolo si pone come discussione
teorica, mai sganciata dalla prassi, per chiedersi in che modo e se abbia
ancora senso desiderare e/o lottare per la costruzione di spazi autonomi. O se
invece, in modo urgente le lotte per il reddito
minimo garantito possano garantire un’alternativa praticabile per sopperire
ad un sistema neo-liberale violento che ha cooptato qualsiasi spazio di tempo e
immaginazione umani.
In
particolare il tavolo di lavoro indagherà la connessione fra valore di riproduzione sociale negli ambiti
dell’assistenza agli anziani, nel lavoro domestico, nelle partiche sociali di
mutuo aiuto, ecc. e salario universale.
Ilaria Bussoni (Parma, 1973), laureata in filosofa
all’università di Paris VIII Saint-Denis Vincennes, lavora come editor della
casa editrice DeriveApprodi della quale è tra i fondatori. Traduttrice dal
francese di saggistica filosofica e politica, è stata redattrice della rivista
«alfabeta2». Ha scritto di cinema per il quotidiano «il garantista». Collabora
saltuariamente con il quotidiano «il manifesto». Dirige, insieme a Nicolas
Martino, la rivista online «OperaViva»,
l’omonima collana di libri e la collana di film OperaVi(si)va entrambe
pubblicate dalle edizioni DeriveApprodi. Collabora con la cooperativa di
produzione e distribuzione cinematografica Boudu/Passepartout e con l’Institut
français Italia. Insiema a Raffaella Perna, ha curato il volume Il gesto femminista. La rivolta delle donne:
nel corpo, nel lavoro, nell'arte (2014).
Torino Mad Pride Mad
Pride è un movimento volto a restituire dignità a chi soffre di disagio
psichico e a conferire al “matto” un ruolo attivo nella società. Nato a Torino
nel 2011 raccoglie a sé utenti e non utenti attraverso rassegne artistiche,
teatrali e musicali e l’attivazione di un progetto di inserimento
lavorativo, “Matti a cottimo”, che tiene conto in prima istanza delle possibilità
del singolo. Ogni anno, a giugno, una parata per le strade della città
manifesta l’impegno del Torino Mad Pride nel rifiuto dello stigma e nella
promozione di un modello nuovo di integrazione ed accoglienza alla diversità.
Mattia Pellegrini (Lucca, 1986) ha collaborato a
progetti di Musei fuori-luogo, come il Museo dell’arte contemporanea italiana
in esilio di Cesare Pietroiusti e il Maam (museo dell’altro e dell’altrove di
Metropoliz_città meticcia). È parte del collettivo anna.
Tra
le pubblicazioni: “Il museo dell’arte contemporanea italiana in esilio” in Dora
Garcia, L’Inadeguato, Cahier #2 – Mad Marginal, catalogo per la 54a Biennale d’Arte di Venezia; Se io sono la Lingua. Aldo Piromalli e la
scrittura dell’esilio a cura di Mattia Pellegrini e Giulia Girardello, edito
da Sensibili alle Foglie; “Stanza_opera unica” in Interno Domestico. Mostre in appartamento 1972-2013 a cura di
Federica Boràgina e Giulia Brivio. Nel 2014 ha curato la rassegna di video
domestici “Home Theatre” e la conferenza “Banlieusart- L’arte incontra i
movimenti” presso il MAAM. Collabora al progetto “EXILE” di Dora Garcìa e ha
partecipato alle conclusioni de Les Laboratoires D’aubervillers per l’anno
2014/2015 incentrate sulle questioni del rifiuto del lavoro in ambito artistico
e politico. Sempre nel 2014 ha preso parte al laboratorio “Diversi Muri- un
omaggio a Nanof 4” all’Istituto svizzero di Roma. Nel 2015 è stato a Lecce in
residenza presso Ammirato Culture House con il collettivo anna e poi ad
Istanbul con The Society of the friends of Parrhesia parte di Tuzlu Su-Salt
Water, 14° Biennale di Istanbul. Ultimamente prova a fare il contadino.
Nicholas Ridout è Professore di Teatro a Queen
Mary University di Londra. È autore di Passionate
Amateurs: Theatre, Communism and Love (2013), Theatre and Ethics (2009), Stage
Fright, Animals and Other Theatrical Problems (2006), e co-autore, con
Claudia Castellucci, Romeo Castellucci, Chiara Guidi e Joe Kelleher, di The Theatre of Sociètas Raffaello Sanzio
(2007). Sta attualmente lavorando alla sua futura pubblicazione su una storia
materialista del teatro, consumo e accumulazione coloniale, dal titolo
provvisorio: Scenes from Bourgeois Life.
Francesco
Scasciamacchia (Maglie, 1982) è ricercatore culturale e curatore. Ha
conseguito il dottorato di ricerca presso il dipartimento di Drama di Queen
Mary University a Londra (2016) con una tesi dal titolo: “Radicale o Critico?:
Politiche Teatrali nelle Arti Visive Contemporanee”. È stato Helena Rubinstein
Critical Studies Fellow presso l’Independent Study Program del Whitney Museum a
New York (2013-2014).
Prima di intraprendere il suo percorso accademico, Francesco
ha lavorato in Italia in istituzioni come il Mart, Viafarini/DOCVA, Fondazione
Arnaldo Pomodoro. Inoltre è stato news editor della redazione italiana di Flash
Art.
Il suo ultimo saggio critico è stato pubblicato in Florian
Malzacher (ed.), Not Just a Mirror.
Lookinf for the Political Theatre of Today, Alexander Verlag, Berlino
(2015).
Rimaflow (Trezzano-MI) è un progetto di riappropriazione autonoma
degli spazi di Maflow, azienda multinazionale nel settore dell’automotiva, poi
divenuta Maflow Boryszew (2010). Dopo vari tentativi e lotte per il rilancio di
MAFLOW Boryszew i lavoratori, ormai cassintegrati,
tentano un percorso di auto-sostentamento pensando al modello della cooperativa
e al settore ecologico e del riciclo dei rifiuti, scegliendo come sito per le
attività, MAFLOW a Trezzano, azienda ormai in chiusura. Dopo circa due anni di
percorso volto al rilancio di un nuovo modello di produzione collettiva, con il
supporto del centro per l’impiego AFOL Sud Milano di Corsico e della Regione
Lombardia attraverso il progetto “Impresa Sociale come rescue-company”, lo
stabilimento MAFLOW di Trezzano chiude definitivamente.
Rimaflow dal primo Marzo 2013 si costituisce
Cooperativa Sociale ONLUS per ripensare ad un modello di vita di gestione
collettiva delle risorse umane e per riappropriarsi degli spazi MAFLOW che dal
2010 sono in stato di abbandono. Come commentano,: “Ri” per tutte le cose belle
che vogliamo rappresentare che cominciano così (Rinascita, Riuso, Riciclo,
Riappropriazione, Rivolta (il debito), Rivoluzione e “Rimaflow”).