L'antica osteria "Al sole", così chiamata in onore del Re Sole, ebbe grande notorietà tra il 1670 e il 1780.
Sita in contrada tedesca, si spostò in via degli Orbi con
la denominazione "Agnello d'Oro"; da osteria divenne "Albergo Al Sole e
Agnello d'Oro" e poi solo albergo Agnello d'Oro.
Negli ultimi anni fu
gestita dalla famiglia Dal Rì che in seguito alla crisi del 1929, chiuse l'attività nel 1932.
Acquisizione
La memoria dell'albergo permane in città al n.19 di
via degli Orbi; l'androne del giroscale è l'unica parte rimasta intatta dall'ultima
ristrutturazione, che risale alla fine dell'ottocento, quando nacque l'albergo con la creazione delle stanze.
Si tratta di un'architettura abbastanza inusuale in Trentino, quasi una casa a spalliera, con balconi interni in
ferro e corrimano in legno, dove si affacciavano le stanze, coperti da
un tetto in vetro, pavimento in piastrelle cementizie rosse, bianche e
nere e scale in pietra.
Oggi l'edificio è costituito da appartamenti, i cui proprietari fortunatamente si sono opposti ad un progetto di ristrutturazione selvaggia che prevedeva lo sventramento totale dell'interno. Queste operazioni di speculazione molto diffuse sono possibili perché la tutela dei beni storico artistici e architettonici è riservata alle facciate, se
non sono presenti all'interno dell'edificio elementi considerati di pregio.
I discendenti dei proprietari conservano la memoria di alcuni episodi della storia del luogo e della famiglia, e del loro essere immersi nel tempo storico.
Durante la
prima guerra mondiale, in seguito alla delazione di una cameriera, venne scoperta una bandiera italiana nascosta dalla famiglia Dal Rì nella soffitta dell'albergo.
Per questo la mamma Adalgisa venne
internata in carcere in Austria con la figlia minore Cornelia, processata e
condannata a morte; la fine della guerra sopravvenne all'esecuzione della condanna, ed entrambe vennero liberate al termine del conflitto.
Oggi la bandiera è conservata al Museo storico del Trentino.
Negli anni 1998/2000 il nipote Enzo impegnato nella ristrutturazione del edificio, mentre procedeva allo scavo per realizzare dei garage interrati scoperse i resti
di un ingresso dell'anfiteatro romano della città. Il Vano venne in seguito acquistato dalla Provincia ed è visibile dalla scala di sicurezza dei garage nel cortile interno del civico 5.